Un emendamento della manovra autorizza la caccia della fauna selvatica anche in città che potranno essere anche mangiati.
La legge di Bilancio è arrivata alla Camera e la votazione è attesa per domani. Tra le varie modifiche introdotte dagli emendamenti c’è anche uno un po’ bizzarro. L’emendamento che autorizza la caccia in città e nelle aree protette allentando le limitazioni per l’abbattimento della fauna selvatica rendendo legittime le attività di controllo degli animali selvatici «anche nelle zone vietate alla caccia, comprese le aree protette e le aree urbane, nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi di divieto».
La norma è stata introdotta per contrastare l’eccessiva presenza di cinghiali all’interno delle città, soprattutto al centro di Roma la cui presenza comporta abbastanza problemi e pericoli. Questo però non significa che un comune cittadino può sparare ad un cinghiale nel centro città e portarlo a casa e mangiarlo. Ma il testo contiene anche riferimenti ad altre specie animali, non solo i cinghiali, come lupi, orsi, volpi e altre specie protette anche dall’Unione europea.
Contenimento della fauna selvatica: cosa c’è da sapere
Questo ha sollevato molte critiche, non solo da parte degli animalisti, perché rischia di annullare un secolo di progressi nella conservazione delle specie animali. Inoltre, c’è chi teme che in città si rischiano anche molti incidenti e fare vittime anche tra le persone. Ma il testo non parla di caccia vera e propria, bensì di contenimento.
“Il controllo della fauna selvatica è un’attività che viene predisposta dall’autorità competente, che sia la Regione, un parco o il commissario per la pesta suina. Gli animali catturati e abbattuti nel controllo della fauna restano di proprietà dell’ente pubblico” precisa il presidente della Federazione Italiana Della Caccia a Linkiesta. Diversa invece la caccia che prevede che l’animale poi è di proprietà del cacciatore.
L’obiettivo di questa norma di contenimento della fauna selvatica è la riduzione dei rischi della proliferazione che può portare danni alle coltivazioni e ai patrimoni culturali oltre a diffondere malattie come la peste suina africana, come si è visto nel Lazio e provocare molti incidenti stradali.